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Dialoghi sul sensibile, ciò che resta della materia

I risultati del workshop con Alfredo Pirri
Dialoghi sul sensibile, ciò che resta della materia

Pubblicato il 23 March 2018 da

L'Accademia di Belle Arti di Carrara ha ospitato l'artista Alfredo Pirri per la realizzazione del workshop "Chiedi alla Polvere – La polvere di marmo nell'arte", in collaborazione con IMERYS e EXXIT.

Tra il 12 e il 16 marzo, il laboratorio di Scultura di Monterosso si è fatto teatro di un ragionamento complesso, intrapreso da ventidue studenti dell'Accademia, esploratori delle più diverse ricerche formali e concettuali, non solo in scultura. La collaborazione con l'artista Alfredo Pirri ha concesso un dialogo fluente e attualissimo, proiettato al ragionamento sul significato della polvere e al suo coerente manifestarsi nelle varie strade creative. La polvere svetta al più alto grado di censura palpabile dei materiali, essa sfugge alle codifiche e si innesta nel presente portando con se un interrogativo sulla sua storia e il suo cammino.

Le varietà di polvere di marmo fornite dalla ditta IMERYS sono state rapidamente esplorate nelle loro capacità fisiche e chimiche, in un vorticoso alternarsi tra costruzione e distruzione atto a scoprire i segreti espressivi del materiale. I risultati prodotti da questa ricerca si muovono dall'analitico al simbolico fino al performativo; in "Meal time of primary colors" (E.Ciolino, M.Plesnizer) tre sfere di carbonato di calcio impastate con succo di limone si corrodono in aceto di vino, mescolando i colori primari con cui sono pigmentate. Non vi è stata carenza di progetti che intendono espandersi nella città di Carrara, "12481403" (N.Lotti, M.Castagnini, E.Soddu) è un progetto già accolto dal Comune di Carrara che vuole porre attenzione alla memoria storica della ex Stazione ferroviaria di San Martino, anche in "HA NEVICATO" (Gaia Pivac) il progetto è in dialogo con un monumento alla storia di Carrara (Monumendo ai Caduti di Floriano Bodini), lanciandosi nella tematica delle "Morti bianche" (titolo peraltro del lavoro di Ettore Morandi). Un accento sulla fisicità delle tracce è stato posto da Anna Drovandi, che con la collaborazione di una modella, ha prodotto sul pavimento una serie di sagome antropomorfe che possono essere sollecitate accostandole a indatabili pitture rupestri. Anche Caterina Castelli, con "Human fossils" si accosta a questa valenza formale, optando per un dialogo con la superficie del corpo, nascondendo la forma. Grande e slanciata conquista anche dai lavori site-specific per lo spazio di Monterosso, come in "Senza titolo" di Chantal Stropeni; un insediamento di solidi piramidali di polvere compressa si è sacrificata formalmente per lasciarsi trasportare e scomporre dai passi dei visitatori del laboratorio, espletando la tematica del percorso, condivisa dal lavoro di Jonathan Campisi, che si è focalizzato sulle sensibilità diverse delle pietre e granulati. Tommaso Origoni e Pietro Lugaro, con i loro lavori, hanno intrapreso un doppio percorso affine, biforcando le linee di pensiero: il deturpamento del territorio che, con occhio e orecchio fine, può consentire una svolta spirituale, congiungendosi con la realtà.

La validità dei cammini logico/stilistici che questi giovani artisti hanno intrapreso dimostra che questo workshop ha sollecitato un nervo sensibile, con risultati professionali e contestualizzati, terminando con la premiazione di "Trasparenze" di Domenico Festa e Lorenzo Calogiuri.

 

Marco-Augusto Basso