
Venerdì 14 maggio, alle ore 15.00, il ciclo dei Racconti dell'Arte presenta l'intervento “L’attribuzione dell’opera d’arte” dello storico dell'arte e docente Clario Di Fabio. L'incontro si svolgerà in modalità mista, presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara (max 30 posti in presenza) e in diretta streaming a questo indirizzo di Google Meet.
La conversazione, che ha lo scopo di mettere a fuoco la natura, la storia e alcuni meccanismi del metodo attributivo (pratica corrente e fondativa di diversi mestieri che hanno a che fare con la storia dell’arte) vorrebbe accompagnare gli ascoltatori in un breve, e si spera vivace, percorso di riflessione, che richiamerà esplicitamente - da un lato - contributi celebri sull’argomento e non mancherà – dall’altro - di far riferimento diretto, in chiave esemplificativa, all’esperienza professionale del conferenziere. Tutto ciò nella speranza di indurre riflessioni e di sollecitare reazioni nell’uditorio.
Clario Di Fabio è nato a Genova nel 1955. Nel 1987 vince il concorso per la direzione dei musei civici genovesi ed è per diciannove anni direttore della Galleria di Palazzo Bianco e per una decina anche del Museo di Sant’Agostino e del Museo del Tesoro della Cattedrale di Genova. Da fine 2005 insegna Storia dell’Arte Medievale all’Università di Genova, prima come professore associato e dal 2008 come ordinario.
La produzione artistica del medioevo costituisce il suo lavoro e una delle sue più durature passioni, sviluppatasi quando ancora frequentava il liceo.
Ha esordito pubblicando saggi sull’arte a Genova e in Liguria fra X e XIV secolo. In una prima fase, ha trattato di scultura e di architettura, studiando in particolare la Cattedrale di Genova, alla cui vicenda fra VI e XIV secolo ha dedicato nel 1998 un volume. Dal contesto locale, nell’ultimo ventennio ha poi allargato i suoi orizzonti alla scultura italiana. Soprattutto a quella del Due e del Trecento e poi anche a quella del Quattrocento. Attualmente, Nicola Pisano costituisce il focus dei suoi interessi: ne ha studiato le opere lucchesi per un volume edito di recente e ha appena concluso un universitario corso sulla sua prima fase di attività (1248-1265 circa), con la prospettiva di trasferire queste ricerche in un libro. Novità proporrà a breve anche in merito all’attività genovese di Giovanni Pisano.
Sta intraprendendo – con due colleghe delle Università di Trento e di Napoli – un progetto di ricerca FISR, finanziato generosamente dal MIUR, dedicato al reimpiego di manufatti scultorei medievali in età moderna, che si concluderà nel 2023 con un convegno internazionale che si terrà a Genova.
Per quanto il Medioevo abbia costituito e resti l’asse e il paradigma dei suoi interessi, ne coltiva anche altri. Studia, pur saltuariamente, la scultura genovese del Cinquecento e nutre una vera e propria passione per l’arte europea del secondo Settecento, periodo stimolante sotto molti aspetti. Ciò spiega pubblicazioni come un saggio sulla cultura artistica genovese agli albori del Neoclassicismo e gli articoli che aggiungono opere al catalogo di Anton Raphael Mengs e di Anton von Maron. Ha di recente ‘resuscitato’ un interessante e pressoché ignoto scultore neoclassico tedesco-romanizzato, Johann Jürgen Busch, ma soprattutto ammira e ama Canova, tanto che sta concludendo una monografia dedicata a uno dei suoi capolavori precipui: la Maddalena penitente conservata dal XIX secolo a Genova, nel Musei di Strada Nuova.