Giovedì 27 maggio, alle ore 15.00, il ciclo dei Racconti dell'Arte presenta l'intervento “Se una statua scende in piazza… Pasquino fra arte e politica” della ricercatrice e docente Maddalena Spagnolo. L'incontro si svolgerà in modalità mista, presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara (max 30 posti in presenza) e in diretta streaming a questo indirizzo di Google Meet.
Per volere del suo primo mecenate, il potentissimo cardinale Oliviero Carafa, la statua antica e mutila di due guerrieri ritrovata nel tardo Quattrocento, fu esposta su una pubblica piazza. Non in un palazzo, né in un cortile ma sulla strada, nel centro di Roma. Divenne così una statua di tutti, non solo un’opera d’arte da ammirare ma un simulacro con cui parlare, da travestire, su cui arrampicarsi, e presto ebbe un suo nome “Pasquino”. Si fece portavoce del malcontento popolare, delle polemiche che attraversavano la curia e divenne un interlocutore del pontefice, perché il luogo in cui era esposto era, di nome e di fatto, la “via del papa”. Ebbe insomma un importante ruolo politico e sociale, tanto riconosciuto che la piazza cambiò il proprio nome in suo omaggio e tanto potente che perdura ancora oggi. Ancora oggi Pasquino parla, fa politica, polemizza e fa sentire la sua voce. Ma quale è stato il prezzo di questo ruolo pubblico della statua? Si direbbe che sia stato alto, altissimo perché ha significato l’esclusione dal Museo, dal canone della storia dell’arte, la marginalizzazione e la graduale perdita del suo valore artistico, ma dal suo cantone Pasquino, ormai quasi illeggibile nelle sue forme, continua ad avere un dialogo serrato con i passanti più di tante statue nobilitate dall’esposizione nelle algide sale dei musei: come scrive un turista inglese su Tripadvisor, è una “raggedy old statue, not the prettiest in the city but it certainly has a lot to say”.
Maddalena Spagnolo è Professore Associato all'Università Federico II di Napoli. E' stata Research Associate all'Italian Academy, Columbia University e borsista post doc al Warburg Institute a Londra, a Villa I Tatti (Harvard University), al Kunsthistorisches Institut a Firenze e alla Bibliotheca Hertziana a Roma. Si occupa principalmente di temi di arte e ricezione nel Cinque e Seicento, e ha al suo attivo numerose importanti pubblicazioni (monografie, saggi e articoli in riviste e volumi italiani e internazionali).