
Giuseppe Famà, studente di Scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, ha avuto la bella opportunità di raccontarsi sul sito del Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno. Raccontarsi, ma soprattutto raccontare la realizzazione di una sua scultura ispirata a una testa del grande scultore, secondo un processo creativo che l'ha portato a seguire fedelmente il metodo canoviano.
"Il primo passaggio ha interessato la preparazione del modello in argilla, plasmato seguendo tutti i profili e volumi e cercando attraverso essi di captare l’immagine emotiva del soggetto. Dopo averlo rifinito nei minuziosi dettagli, si è passati alla seconda fase, la formatura, cioè la realizzazione di un calco in gesso a forma persa (necessario per la riproduzione di un unico modello): il modello in argilla è stato ricoperto da diversi strati di gesso e di questi strati solo il primo è stato colorato (strato detto “camicia”). Una volta aperto il calco ed escluso il modello in argilla, ho continuato con il riempimento dello stesso con quello che poi è stato il materiale definitivo, nel mio caso gesso sintetico. La fase che è seguita è stata quella della sformatura, quindi la rottura del calco con degli scalpelli. In questa fase la “camicia” ha svolto la sua funzione, cioè segnalare la posizione del modello finito. Successivamente la scultura è stata ripulita da tutti i frammenti di gesso del calco e la scultura è stata sottoposta ad una leggera patinatura con cere e pigmenti. Solo dopo quest’ultimo passaggio l’opera è risultata finita."